Cass. 24/4/2019 n. 11197
Diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione accoglie il ricorso del danneggiato ed afferma che:
– l’accoglimento dell’impugnazione sulla questione di rito della competenza comporta l’integrale devoluzione al giudice dell’appello di tutte le questioni dedotte nel giudizio di primo grado, ivi comprese le richieste istruttorie formulate, indipendentemente dal fatto che esse siano o meno ritrascritte integralmente nell’atto di appello;
– la necessità di riproporre specificamente nell’atto di appello i mezzi di prova non accolti dal giudice di primo grado non trova applicazione nel caso in cui il giudizio di primo grado non ha avuto alcuno svolgimento in conseguenza della declinatoria della competenza;
– la specificità dei motivi d’appello presuppone la specificità della motivazione della sentenza impugnata, sicché ove manchi quest’ultima, dall’appellante non è esigibile altro onere che riproporre l’istanza o la domanda immotivatamente rigettata.
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Cass. 6/3/2019 n. 6449
Responsabilità del chirurgo: confermata la liquidazione di € 924.958,42 effettuata dai giudici di merito (Trib. Napoli 22/10/2010 n. 10453 e App. Napoli 13/4/2017 n. 1703) per una I.P. iatrogena differenziale del 20% con personalizzazione del risarcimento e liquidazione del danno patrimoniale.
La Suprema Corte di Cassazione accoglie le tesi del danneggiato, respinge il ricorso della responsabile civile e:
– dichiara inammissibile ed infondato il motivo di ricorso – fondato sull’errata applicazione delle regole sul consenso informato, applicando retroattivamente le norme di cui agli artt. 1, 2° comma, lettera c), L. n. 281/1998 e 5 L. n. 145/2001 che non erano vigenti all’epoca del trattamento sanitario – in quanto la necessità del consenso informato si desume dai principi generali;
– dichiara inammissibile il motivo di ricorso – fondato sulla presenza della prova del consenso informato – in quanto la valutazione del giudice di merito in ordine all’insufficienza della deposizione testimoniale è sottratta al sindacato di legittimità;
– liquida in favore del difensore del danneggiato il danno da responsabilità aggravata.
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Cass. 29/10/2018 n. 27351
Legge Pinto e durata irragionevole dei processi: la Suprema Corte di Cassazione accoglie il motivo di ricorso del danneggiato, respinge le tesi del Ministero della Giustizia e afferma che in caso di correzione di un errore materiale della sentenza del giudizio presupposto:
– il processo deve ritenersi concluso alla data del provvedimento di correzione se la precedente sentenza corretta era ineseguibile e vi sia continuità tra giudizio di cognizione e procedura di correzione;
– il termine per il deposito del ricorso ex art. 3 L. 24/3/2001 n. 89 decorrere dalla data del provvedimento di correzione;
– nel computo di durata complessiva del processo va incluso anche il tempo occorso per ottenere, con distinta procedura, la correzione di errore materiale della sentenza.
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Cass. 30/8/2018 n. 21397
Arricchimento senza causa e diritto processuale: risarcimento del danno di € 274.000,00.
La Suprema Corte di Cassazione accoglie il ricorso dei creditori e:
– dichiara l’inammissibilità del precedente appello del debitore accolto dalla Corte di Appello per difetto della parte volitiva ed argomentativa;
– conferma la decisione di primo grado che aveva:
accertato l’indebito arricchimento del debitore ex art. 2041 c.c.;
condannato il debitore a restituire ai creditori l’importo di € 274.000,00.
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Cass. 13/7/2018 n. 2121
Sinistro stradale e diritto processuale: risarcimento del danno di € 255.433,00 per una I.P. del 33%.
La Suprema Corte di Cassazione accoglie il ricorso del danneggiato e:
– dichiara l’ammissibilità della domanda frazionata per la formazione del giudicato interno sul punto atteso che il giudice di primo grado pur ritenendo che il frazionamento giudiziale è contrario alla regola della correttezza e buona fede e si risolve in un abuso del diritto ha ritenuto, alla luce del generale principio del giusto processo, di non poter applicare detto principio al caso esaminato in quanto affermato dalle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione soltanto dopo l’instaurazione del giudizio esaminato;
– ritiene ammissibile l’eccezione di giudicato esterno per la prima volta in sede di legittimità a condizione che il giudicato si sia formato dopo la sentenza di merito impugnata con il ricorso per cassazione;
– dichiara l’esclusiva responsabilità del proprietario del veicolo investitore con conseguente obbligo risarcitorio a carico suo e della sua impresa di assicurazione della R.C. obbligatoria (che in grado di appello avevano visto limitare la loro condanna al 30% del danni subiti, pari alla corresponsabilità accertata in tale sede a carico del conducente del medesimo veicolo) per la formazione del giudicato esterno formatosi dopo la sentenza emessa in secondo grado ed impugnata con il ricorso per cassazione.
Cass. 8/2/2018 n. 3034
Diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione accoglie l’eccezione dei danneggiati-controricorrenti ed afferma che è inammissibile il ricorso incidentale tardivo proposto dall’impresa di assicurazione in quanto non rivolto nei confronti del ricorrente principale (danneggiato) ma nei confronti di altre parti processuali (altri danneggiati-controricorrenti), sulla base di un interesse non nascente dal ricorso principale ma direttamente dalla sentenza.
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Cass. 12/12/2017 n. 29635
Giudizio di cassazione e successione a titolo particolare nel diritto controverso: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo l’eccezione dei danneggiati e le loro tesi difensive, ha dichiarato la tardività ed inammissibilità del ricorso per cassazione dell’impresa di assicurazione ed ha affermato i seguenti principi di diritto:
– il trasferimento dell’azienda o di un ramo d’azienda configura una successione a titolo particolare nei rapporti preesistenti il che, sul piano processuale, determina, ai sensi dell’art. 111 c.p.c., la prosecuzione del processo in corso tra le parti originarie;
– il successore a titolo particolare nel diritto controverso è legittimato a proporre impugnazione avverso la sentenza sfavorevole al cedente-dante causa;
– questo comporta che la notifica della sentenza perfezionata al successore a titolo particolare presso la sua sede legale vale a far decorrere il termine breve per l’impugnazione anche se il cedente era costituito nel precedente grado di giudizio.
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Cass. 14/3/2017 n. 6478
Spese di lite e poteri del giudice: la Suprema Corte di Cassazione accoglie il motivo di ricorso del danneggiato avverso sentenza che, pur accogliendo il suo appello, aveva compensato integralmente le spese del grado di giudizio e afferma che:
– nei giudizi soggetti alla disciplina dell’art. 92, comma 2, c.p.c., come modificato dall’art. 2, comma 1, lett. a), l. n. 263 del 2005, ove non sussista reciproca soccombenza, è legittima la compensazione delle spese processuali se concorrono giusti motivi, esplicitamente indicati nella motivazione;
– la motivazione del giudice di merito è generica e criptica ed inidonea a dar conto delle effettive ragioni della decisione.
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Cass. 17/1/2017 n. 929
Sinistro mortale, abuso del diritto e infrazionabilità della domanda: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso del danneggiato, ha affermato i seguenti principi di diritto (il primo ed il terzo assolutamente innovativi):
– non costituisce abuso del diritto frazionare la domanda risarcitoria in sede civile per i danni al motoveicolo e in sede penale – mediante costituzione di parte civile e chiamata in causa dei responsabili civili – per i danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto;
– la successiva definizione del procedimento penale mediante sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, ex art. 444 c.p.p., comporta il venir meno dell’obbligo del giudice penale di pronunciare sulle domande civili;
– la successiva azione proposta in sede civile dal danneggiato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto, già richiesto con la costituzione di parte civile, non è una scelta liberamente adottata diretta a parcellizzare il credito vantato, non costituisce abuso del diritto ed è perfettamente ammissibile e proponibile.
Cass. 8/11/2016 n. 22642
Spese di lite e poteri del giudice: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso dei danneggiati, ha affermato che il giudice di merito, laddove dichiari l’inammissibilità dell’appello del responsabile (di un caso di medical malpractice) e compensi le spese di lite sul rilievo della rilevabilità d’ufficio del vizio, viola il principio della soccombenza poiché questo non trova limite nel contenuto processuale della decisione e ciò a maggior ragione nel caso de quo ove non si è trattato di un rilievo d’’ufficio bensì di una tempestiva eccezione dei danneggiati-appellati.
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