Cass. 17/1/2017 n. 929
Sinistro mortale, abuso del diritto e infrazionabilità della domanda: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso del danneggiato, ha affermato i seguenti principi di diritto (il primo ed il terzo assolutamente innovativi):
– non costituisce abuso del diritto frazionare la domanda risarcitoria in sede civile per i danni al motoveicolo e in sede penale – mediante costituzione di parte civile e chiamata in causa dei responsabili civili – per i danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto;
– la successiva definizione del procedimento penale mediante sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, ex art. 444 c.p.p., comporta il venir meno dell’obbligo del giudice penale di pronunciare sulle domande civili;
– la successiva azione proposta in sede civile dal danneggiato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto, già richiesto con la costituzione di parte civile, non è una scelta liberamente adottata diretta a parcellizzare il credito vantato, non costituisce abuso del diritto ed è perfettamente ammissibile e proponibile.
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Cass. 8/11/2016 n. 22642
Spese di lite e poteri del giudice: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso dei danneggiati, ha affermato che il giudice di merito, laddove dichiari l’inammissibilità dell’appello del responsabile (di un caso di medical malpractice) e compensi le spese di lite sul rilievo della rilevabilità d’ufficio del vizio, viola il principio della soccombenza poiché questo non trova limite nel contenuto processuale della decisione e ciò a maggior ragione nel caso de quo ove non si è trattato di un rilievo d’’ufficio bensì di una tempestiva eccezione dei danneggiati-appellati.
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Cass. 13/10/2016 n. 20698
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso della danneggiata, ha affermato che al fine del computo della durata irragionevole del giudizio presupposto va calcolato:
– il differimento della prima udienza per la chiamata in causa del terzo;
– il differimento dell’udienza in prosieguo della prova.
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Cass. 29/7/2016 n. 15790
Disconoscimento di documento e diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso del danneggiato, ha affermato i seguenti principi di diritto:
– qualora sia stato effettuato in primo grado il disconoscimento di conformità all’originale di un documento prodotto in copia, cui non sia seguita la produzione dell’originale, e ciò nonostante il giudice se ne sia avvalso a fini probatori, è onere della parte soccombente che intenda contestare questa utilizzazione, ribadire espressamente l’eccezione di disconoscimento, mediante un’impugnazione specifica e determinata che esprima sia la volontà di negare la conformità all’originale delle copie prodotte dalla controparte sia la critica al giudice che se ne sia avvalso malgrado il disconoscimento, senza che possa considerarsi sufficiente la generica affermazione dell’inesistenza dei documenti, o degli atti di cui essi sono rappresentativi;
– riproposta l’eccezione di prescrizione da parte del debitore soccombente in primo grado mediante specifico motivo di appello (e non anche l’eccezione di disconoscimento dei documenti) il giudice di secondo grado deve tener conto dei documenti prodotti in copia dall’originario attore a sostegno della contro-eccezione di interruzione della prescrizione, senza che possa più avere rilevanza il disconoscimento della loro conformità all’originale disatteso dal primo giudice, in quanto non fatto oggetto di specifico motivo di impugnazione.
Cass. 6/6/2016 n. 11530
Revocazione di sentenza della Suprema Corte di Cassazione e diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del danneggiato che aveva visto respingere il suo precedente ricorso per cassazione, ha ritenuto ammissibile e fondato il ricorso per revocazione della sentenza della Suprema Corte di Cassazione per omesso esame di motivo di ricorso frutto di una supposizione erronea dell’inesistenza del motivo stesso.
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Cass. 23/5/2016 n. 10596
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso del danneggiato, ha affermato che nel caso in cui nel giudizio presupposto abbiano agito i genitori di soggetto minore leso, sia in proprio che nella qualità di legali rappresentanti del figlio minore, a ciascuno di loro compete un autonomo equo indennizzo per la durata irragionevole del giudizio civile presupposto.
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Cass. 20/5/2016 n. 10404
Diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo i motivi di ricorso del danneggiato:
– ha dichiarato la nullità della sentenza per error in procedendo in quanto il giudice di merito, dopo aver accertato la responsabilità esclusiva del conducente del veicolo danneggiante, ha liquidato al danneggiato il solo danno all’autovettura e non anche il danno alla persona proposta in primo grado e riproposta con l’atto di appello;
– ha affermato che la rivalutazione monetaria, accordata in sentenza, è cosa diversa dal ristoro dai pregiudizi patiti dal creditore per il danno da ritardo.
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Cass. 1/3/2016 n. 4063
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del danneggiato che aveva visto respingere il suo ricorso e la sua opposizione, ha affermato che l’art. 2, comma 2-ter, della legge 24 marzo 2001 n. 89, secondo cui si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni, costituisce norma di chiusura che implica una valutazione complessiva del giudizio articolato nei tre gradi e non opera, perciò, con riguardo ai processi che si esauriscono in unico grado.
La Suprema Corte di Cassazione ha richiamato, quale suo precedente, il leading case ottenuto dall’avv. Michele Liguori (Cass. 6/11/2014 n. 23745).
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Cass. 1/3/2016 n. 4062
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del danneggiato che aveva visto respingere il suo ricorso e la sua opposizione, ha affermato che l’art. 2, comma 2-ter, della legge 24 marzo 2001 n. 89, secondo cui si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni, costituisce norma di chiusura che implica una valutazione complessiva del giudizio articolato nei tre gradi e non opera, perciò, con riguardo ai processi che si esauriscono in unico grado.
La Suprema Corte di Cassazione ha richiamato, quale suo precedente, il leading case ottenuto dall’avv. Michele Liguori (Cass. 6/11/2014 n. 23745).
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Cass. 1/3/2016 n. 4061
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della danneggiata che aveva visto respingere il suo ricorso e la sua opposizione, ha affermato che l’art. 2, comma 2-ter, della legge 24 marzo 2001 n. 89, secondo cui si considera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a sei anni, costituisce norma di chiusura che implica una valutazione complessiva del giudizio articolato nei tre gradi e non opera, perciò, con riguardo ai processi che si esauriscono in unico grado.
La Suprema Corte di Cassazione ha richiamato, quale suo precedente, il leading case ottenuto dall’avv. Michele Liguori (Cass. 6/11/2014 n. 23745).
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