Cass. 19/2/2021 n. 4533
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione accoglie gli ultimi quattro motivi di ricorso del danneggiato, respinge le tesi del Ministero della Giustizia ed afferma i seguenti principi di diritto (l’ultimo assolutamente innovativo):
– la Corte di Appello ha errato a compensare le spese di lite del procedimento di opposizione per il ritardo della produzione degli atti integrativi richiesti senza prendere in esame lo specifico motivo di opposizione con cui il danneggiato aveva lamentato la non necessarietà ed indispensabilità di tale documentazione;
– la Corte di Appello ha errato a compensare le spese di lite del procedimento di opposizione per il ritardo della produzione degli atti integrativi richiesti senza prendere in esame lo specifico motivo di opposizione con cui il danneggiato aveva lamentato la genericità della richiesta priva dell’indicazione espressa degli atti mancanti e rilevanti per la decisione;
– la Corte di Appello ha errato a compensare le spese di lite del procedimento di opposizione per il ritardo della produzione degli atti integrativi richiesti in quanto la stessa ammissibilità della documentazione nella fase di opposizione rende evidente che la mancata integrazione della stessa nella fase monitoria non è motivo sufficiente ad integrare un’ipotesi di gravità ed eccezionalità tale da giustificare la compensazione delle spese.
- Pubblicato il Cassazione, Diritto processuale, Leading case, Legge Pinto, News Legali
Cass. 16/10/2019 n. 26110
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: la Suprema Corte di Cassazione accoglie i tre motivi di ricorso del danneggiato, respinge le tesi del Ministero della Giustizia ed afferma che:
– la Corte di Appello, in caso di accoglimento dell’opposizione ex art. 5 ter L. 24/3/2001 n. 89, deve liquidare al danneggiato vittorioso non solo le spese ed i compensi del procedimento di opposizione ma anche quelli del procedimento monitorio per l’equa riparazione;
– i compensi sia del procedimento monitorio per l’equa riparazione, sia del procedimento di opposizione, vanno liquidati mediante l’applicazione della tabella 12 dei parametri professionali di cui al D.M. 10/3/2014 n. 55 relativa ai giudizi contenziosi innanzi alla Corte di Appello.
- Pubblicato il Cassazione, Diritto processuale, Leading case, Legge Pinto, News Legali
App. Napoli 20/9/2019
Legge Pinto e durata irragionevole del processo: risarcimento del danno di € 8.100,00 per un giudizio svoltosi in tre gradi che:
– ha avuto una durata complessiva di anni 19;
– ha oltrepassato di anni 13 i termini di cui all’art. 2 della legge 89/2001.
La Corte di Appello:
– accoglie le tesi e l’opposizione del danneggiato;
– afferma i seguenti principi di diritto (assolutamente innovativi):
a. anche volendo accogliere la tesi prospettata dal giudice in composizione monocratica di una particolare complessità del giudizio presupposto, non si vede perché detta complessità debba incidere negativamente sulla quantificazione dell’indennizzo a mezzo di una più lunga durata ragionevole rispetto a quella prevista dall’art. 2 della legge 89/2001;
b. la lettura dell’art. 2, comma 2 ter, della legge 89/2001 non consente un innalzamento della durata ragionevole prevista dall’art. 2 della medesima legge;
– liquida alla danneggiata un importo circa tre volte maggiore rispetto a quello liquidato dal giudice in composizione monocratica.
- Pubblicato il Leading case, Legge Pinto, News Legali, Opposizione, Risarcimento danni
Cass. 26/8/2019 n. 21706
Diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione accoglie le tesi ed il ricorso del ricorrente ed afferma i seguenti principi di diritto (l’ultimo assolutamente innovativo):
– l’opponente a decreto ingiuntivo se intende chiamare in causa un terzo non può citarlo direttamente ma deve chiedere al giudice, nell’atto di opposizione, di essere a ciò autorizzato;
– l’autorizzazione del giudice alla chiamata in causa del terzo, al di fuori del litisconsorzio necessario di cui all’art. 102 c.p.c., è discrezionale e il giudice può rifiutarla anche per ragioni di economia processuale e per motivi di ragionevole durata del processo;
– il terzo, nel caso in cui non sia stata autorizzata la sua chiamata in causa e prima di essere citato o intervenuto nel giudizio, non diventa litisconsorte necessario del giudizio solo per la richiesta dell’opponente a decreto ingiuntivo;
– il giudice di appello, pertanto, nel caso in cui non sia stata autorizzata la chiamata in causa del terzo, non può rimettere la causa al giudice di primo grado per l’integrazione del contraddittorio.
- Pubblicato il Cassazione, Diritto processuale, Leading case, News Legali, Opposizione a decreto ingiuntivo
Cass. 28/6/2019 n. 17445
Diritto processuale: la Suprema Corte di Cassazione accoglie le tesi ed il ricorso dei danneggiati ed afferma i seguenti principi di diritto (i primi cinque assolutamente innovativi):
– in caso di morte del responsabile civile il danneggiato che agisce in giudizio è gravato dal solo onere di notificare l’atto – vuoi di citazione, vuoi di riassunzione – al chiamato all’eredità e non è, invece, tenuto ad accertare e provare che quest’ultimo abbia in concreto acquisito la qualità di erede;
– la notifica dell’atto al chiamato all’eredità è idonea ad instaurare validamente il rapporto processuale tra il notificante ed il destinatario della notifica se quest’ultimo riveste la qualità di successore universale della parte deceduta ai sensi dell’art. 110 c.p.c.;
– sovvengono al riguardo ragioni di tutela del diritto di difesa che consentono alla parte non colpita dall’evento interruttivo di instaurare ovvero proseguire il giudizio nei confronti dei discendenti legittimi della controparte deceduta, senza costringerla ad attività defatiganti di ricerca delle prove dell’accettazione o della rinuncia all’eredità di questi ultimi;
– sarebbe contrario ai principi del giusto processo – oltre che ad evidenti ragioni di economia processuale – ritenere che la parte non colpita dall’evento interruttivo debba iniziare un sub-procedimento (quale quello previsto dagli artt. 481 c.c. e 749 c.p.c.) affinché l’autorità giudiziaria fissi un termine entro il quale il chiamato all’eredità dichiari se accetta ovvero rinuncia all’eredità (actio interrogatoria);
– il chiamato all’eredità, in ogni caso, pur non assumendo la qualità di erede per il solo fatto di aver accettato la notifica dell’atto di citazione o di riassunzione, ha l’onere di contestare, costituendosi in giudizio, l’effettiva assunzione di tale qualità, così da escludere la condizione di fatto che ha giustificato la sua vocatio in ius;
– sovviene al riguardo il generale principio di vicinanza della prova in quanto il chiamato all’eredità ha l’agevole possibilità di costituirsi e di allegare di non aver accettato l’eredità, mentre la parte non colpita dall’evento interruttivo si troverebbe nella difficoltà di dimostrare l’effettiva qualità di erede del chiamato, vista la complessità dei fenomeni ereditari e non essendovi un sistema di pubblicità che consenta un controllo da parte dei terzi sull’effettiva acquisizione della qualità di erede da parte del chiamato;
– l’ordine di integrazione del contraddittorio emesso in difetto dei presupposti per la sua emanazione è improduttivo di effetti, di talché la mancata ottemperanza al medesimo, essendo irrilevante, non può determinare l’inammissibilità dell’impugnazione.
- Pubblicato il Cassazione, Diritto processuale, Leading case, News Legali, Successione a titolo universale
Cass. 12/12/2017 n. 29635
Giudizio di cassazione e successione a titolo particolare nel diritto controverso: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo l’eccezione dei danneggiati e le loro tesi difensive, ha dichiarato la tardività ed inammissibilità del ricorso per cassazione dell’impresa di assicurazione ed ha affermato i seguenti principi di diritto:
– il trasferimento dell’azienda o di un ramo d’azienda configura una successione a titolo particolare nei rapporti preesistenti il che, sul piano processuale, determina, ai sensi dell’art. 111 c.p.c., la prosecuzione del processo in corso tra le parti originarie;
– il successore a titolo particolare nel diritto controverso è legittimato a proporre impugnazione avverso la sentenza sfavorevole al cedente-dante causa;
– questo comporta che la notifica della sentenza perfezionata al successore a titolo particolare presso la sua sede legale vale a far decorrere il termine breve per l’impugnazione anche se il cedente era costituito nel precedente grado di giudizio.
- Pubblicato il Cassazione, Diritto processuale, Leading case, News Legali, Successione a titolo particolare
Cass. 17/1/2017 n. 929
Sinistro mortale, abuso del diritto e infrazionabilità della domanda: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso del danneggiato, ha affermato i seguenti principi di diritto (il primo ed il terzo assolutamente innovativi):
– non costituisce abuso del diritto frazionare la domanda risarcitoria in sede civile per i danni al motoveicolo e in sede penale – mediante costituzione di parte civile e chiamata in causa dei responsabili civili – per i danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto;
– la successiva definizione del procedimento penale mediante sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, ex art. 444 c.p.p., comporta il venir meno dell’obbligo del giudice penale di pronunciare sulle domande civili;
– la successiva azione proposta in sede civile dal danneggiato per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali per lesioni personali e morte del congiunto, già richiesto con la costituzione di parte civile, non è una scelta liberamente adottata diretta a parcellizzare il credito vantato, non costituisce abuso del diritto ed è perfettamente ammissibile e proponibile.
App. Napoli 18/11/2015 n. 4481
Responsabilità medica e sanitaria e diritto processuale: la Corte di Appello, accogliendo i motivi di gravame della paziente-danneggiata, ha affermato i seguenti principi di diritto assolutamente innovativi:
– il danneggiato che citi in giudizio il medico responsabile, risultato deceduto prima dell’instaurazione del processo, una volta rilevata la mancata notifica dell’atto di citazione per morte del destinatario del tutto legittimamente può riattivare il procedimento notificatorio convenendo in giudizio gli eredi dello stesso con atto di rinnovazione della citazione.
- Pubblicato il Appello, Diritto processuale, Leading case, Malasanità, News Legali, Responsabilità medica e sanitaria
Cass. 6/10/2015 n. 19894
Sinistro mortale e mala gestio dell’impresa di assicurazione: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il motivo di ricorso dei danneggiati, ha affermato che gli stessi possono esperire l’azione di mala gestio in senso proprio in via surrogatoria, ex art. 2900 c.c., sostituendosi al danneggiante nell’esercizio dei suoi diritti verso l’impresa di assicurazione.
[/column]Cass. 18/9/2015 n. 18324
Danni al trasportato ed oneri probatori: la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo quasi tutti i motivi di ricorso del danneggiato, ha affermato numerosi principi di diritto, alcuni dei quali assolutamente innovativi:
– il danneggiato-trasportato deve provare il fatto positivo di viaggiare a bordo del veicolo al momento dell’evento e non anche chi fosse alla guida mentre il danneggiante e la sua impresa di assicurazione, per andare esenti dall’obbligo risarcitorio, devono provare il fatto impeditivo dell’accoglimento della domanda e, cioè, che il danneggiato era il conducente del veicolo;
– i limiti soggettivi del giudicato penale nel giudizio civile in cui si controverta sulla sussistenza degli stessi fatti deve essere eccepita dalla parte interessata trattandosi di un’eccezione in senso stretto non rilevabile d’ufficio;
– il potere officioso del giudice di disporre l’assunzione del teste di riferimento ai sensi dell’art. 257, comma 1, c.p.c., comportando una deroga al potere di deduzione probatoria della parte, può essere esercitato soltanto ove la conoscenza del fatto da parte del terzo si sia palesata nel corso di una testimonianza e non anche quando la stessa emerga già dalle allegazioni di una delle parti.
- Pubblicato il Cassazione, Danni al trasportato, Leading case, News Legali, Sinistro stradale